[dal Bollettino 61]
Spagna 1936: un dibattito su violenza e nonviolenza
a cura della redazione
Pubblichiamo qui, per la prima volta in italiano, un celebre dibattito che negli anni Cinquanta del Novecento scuote il movimento anarchico francese e spagnolo. Il tutto nasce da una lettera che Simone Weil manda nel 1938 allo scrittore Georges Bernanos – dichiaratamente cattolico e monarchico, ma anche autore di un libro contro gli eccidi di parte nazionalista nella guerra civile spagnola – e che la rivista “Témoins”, su proposta di Albert Camus, ripubblica nel 1954. La lettera è un duro atto di accusa contro i miliziani anarchici della Colonna Durruti, con i quali la Weil ha combattuto per alcuni mesi, nel 1936, sul fronte di Aragona. In questo atto di accusa, la Weil riporta tra le altre cose un episodio – la fucilazione di un giovane falangista sedicenne catturato in azione – che per lei rappresenta la plateale sconfessione di tutti i valori etici che sottostavano alla “guerra giusta” che gli anarchici stavano combattendo in Spagna contro il fascismo. Da qui il suo – travagliato – distanziamento da quegli uomini e da quella storia.
Quando nel 1954 “Témoins” ripropone quella lettera, la Weil è morta da qualche anno, ma al dibattito che ne segue partecipano, tra gli altri, alcuni anarchici che avevano anche loro combattuto nella Colonna Durruti e che erano stati testimoni più o meno diretti dello stesso episodio riportato dalla Weil. Nelle testimonianze che seguono emergono posizioni nettamente differenti che affrontano – non in astratto ma nel concreto di una guerra civile estremamente sanguinosa – tematiche complesse come la coerenza etica e l’uso della forza. Poco sorprendentemente le posizioni che si vanno delineando non sono univoche, né apertamente schierate su un versante, al contrario della Weil che ha invece una posizione di netta condanna. Noi ci siamo proposti di continuare questo dibattito presentando qui di seguito – oltre ai documenti originali e alla recente ricerca fatta dai Giménologues negli archivi franchisti – due posizioni in contrasto fra di loro: favorevole alle tesi della Weil quella di Pietro Adamo e critica nei suoi confronti quella del nostro collettivo. E siamo più che convinti che la discussione non si esaurirà certo qui. Anzi, proprio su queste tematiche si è già svolto a Marghera presso l’Ateneo degli Imperfetti un primo incontro informale che intendeva affrontare, da molti punti di vista, un tema inesauribile come quello su violenza e nonviolenza. O meglio, sull’uso della forza per uscire da un binomio che si rivela troppo spesso semplicistico perché non dà voce alla miriade di posizioni intermedie, di fatto prevalenti nel tempo e nello spazio anarchico. L’augurio è che questi dibattiti continuino e proliferino perché la storia fluisce, le circostanze mutano e dunque la riflessione sull’azione deve continuamente rinnovarsi.
Di seguito, l'elenco dei contributi proposti:
Lettera a Georges Bernanos, di Simone Weil
Dibattito a proposito della lettera di Simone Weil a Georges Bernanos sulla rivista "Témoins", a cura di Jean-Paul Samson con interventi di Bernard von Brentano, Albert Camus, Claude Le Maguet, Gaston Leval, Louis Mercier Vega, Pierre Monatte.
Simone Weil e il giovane falangista: ricerche d’archivio, a cura dei Giménologues
Dentro la guerra ma contro la guerra. Uso della forza ed etica anarchica, a cura del collettivo redazionale
Simone Weil aveva ragione, di Pietro Adamo