Bakunin cent’anni dopo. Atti del Convegno internazionale di studi bakuniniani, Venezia 1976
AA.VV.
Edizioni Antistato, Milano, 1977
469 pp.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi bakuniniani ideato e coordinato da Nico Berti tenutosi a Venezia dal 24 al 26 settembre 1976.
All'interno del volume mancano le relazioni di Giovanni Biagioni, Alexander Alexiev, Romano Broggini, Misato Toda, Lamberto Borghi e l'intervento di Eduardo Colombo, che non è stato possibile trascrivere.
Nel programma del convegno erano presenti come relatori Juan Gomez Casas presenti e Franco Della Peruta, che non hanno però effettivamente partecipato.
Pier Carlo Masini ha presentato la propria relazione ma non ha partecipato fisicamente al convegno,
Dalla presentazione, di Amedeo Bertolo:
Dal 24 al 26 settembre 1976 si è tenuto a Venezia un convegno internazionale di studi bakuniniani, organizzato dai Gruppi Anarchici Federati (G.A.F.) e patrocinato dall’Associazione culturale libertaria A. e B. Carocari, nel centenario della morte di Michail Bakunin. Questo volume raccoglie pressoché integralmente le relazioni, le comunicazioni e le discussioni di quel convegno. Anzi, in certo senso, più che integralmente perché alcune relazioni sono state riviste ed ampliate successivamente al convegno, causando da un lato un ritardo nella pubblicazione degli Atti, ma dall’altro un loro arricchimento.
Al convegno hanno partecipato decine di studiosi e centinaia d’altre persone interessate ai lavori: anarchici per lo più, ma anche simpatizzanti libertari in senso lato, curiosi e... chissà chi. Nelle sessioni più seguite, oltre 500 persone hanno affollato la sala ed il cortile adiacente in cui gli organizzatori hanno dovuto installare degli altoparlanti: giovani quasi tutti, ma non mancavano "vecchie barbe”.
È stato non un convegno tra i tanti, ma un esperimento interessante e per molti versi originale. Innanzitutto ha avuto uno spiccato carattere interdisciplinare, di ricomposizione del pensiero: non c’era solo né prevalente l’approccio storico a Bakunin, come ci si sarebbe potuti aspettare, ma anche quello sociologico, pedagogico, filosofico, ideologico, poetico perfino... Poi, si sono visti assieme studiosi e militanti, diversificati — i primi — per matrice ideologica, accomunati gli uni e gli altri in un libero confronto, nell’individuare i segni lasciati dal rivoluzionario russo nella storia e nella cultura europea e nell’analizzare criticamente quanto di ancora vivo ed attuale conservi il suo pensiero. E c’è stata la grande novità di un incontro di studi che, sfuggendo al chiostro degli addetti ai lavori, all’accademia dei professionisti del lavoro intellettuale, si è svolto — bakuninianamente proprio — di fronte ad un’assemblea. Un’assemblea attenta, che ha espresso anche interventi nella discussione, soprattutto quando le relazioni trattavano più esplicitamente temi del presente o più dappresso toccavano le corde della sensibilità anarchica. Un’assemblea che più volte ha interrotto con applausi alcuni relatori le cui affermazioni condivideva, ma che mai, con vera maturità libertaria, ha interrotto per dissenso.
Le finalità del convegno sono state in buona parte raggiunte, noi crediamo. È stata affrontata soddisfacentemente una vasta gamma — quasi esaustiva — della tematica bakuniniana. Certo alcuni temi sono stati poco più che sfiorati, qualcuno è “saltato” per cause di forza maggiore, come “l’eredità di Bakunin in Spagna” oggetto della mancata relazione di Juan Gomez Casas... ma, nell’insieme, il convegno è stato un contributo alla conoscenza ed alla comprensione del pensiero e dell’azione bakuniniana molto ricco ed articolato. Ed in questo ha conseguito anche la finalità più ambiziosa di non rievocare ma dì studiare e discutere e creare un momento di cultura libertaria.
Quella degli organizzatori è stata una specie di sfida, fatta innanzitutto dagli anarchici a se stessi, per dimostrare di potere ancora essere un punto di riferimento per il pensiero antiautoritario e di saper affrontare il confronto culturale. A noi pare, anche rileggendo questi Atti, che la “sfida” abbia dato risultati positivi e debba essere rilanciata. È vero che, con Bakunin, gli anarchici “giocavano in casa”. È vero anche che non tutto ciò che è stato detto al convegno è stato un contributo originale. Ci sono stati momenti di maggiore tensione intellettuale ed altri di più superficiale partecipazione o di rimasticatura di cose già dette e scritte o di troppo specialistica ed autocompiacente accademia, altri ancora di emotività vestita di frasi fatte. Ma i lettori degli Atti giudicheranno da sé se, di nuovo nell’insieme, non fosse giustificata la soddisfazione che organizzatori e partecipanti hanno espresso al termine di quei tre giorni di lavoro intellettuale individuale e collettivo.
ELENCO DEGLI INTERVENTI
- Per una cultura libertaria (A. BERTOLO)
- Bakunin in Italia (P. C. MASINI)
- Bakunin tra sindacalismo rivoluzionario ed anarchismo (M. ANTONIOLI)
- Bakunin e la voce dei poeti ( V. GAFFIOT )
- Bakunin e i giurassiani (M. ENCKELL)
- Bakunin e l’anarchismo russo (S. DOLGOFF)
- Terrorista o apostolo (C. VENZA)
- L’eredità di Bakunin nel movimento anarchico francese (J. MAITRON)
- Bakunin 1864 (G. LANDI)
- Movimento operaio e anarchismo in Toscana alla morte di Bakunin (P. FERI)
- Bakunin e la sinistra hegeliana (H. ARVON)
- Bakunin e Rousseau (S. ROTA GHIBAUDI)
- La dimensione pedagogica del pensiero bakuniniano (T. TOMASI)
- La rivolta in Stirner e Bakunin (G. PENZO)
- La burocrazia rossa (L. PELLICANI)
- Bakunin di fronte all’ambiguità del marxismo (D. SETTEMBRINI)
- Per una lettura attuale di Bakunin (N. BERTI)