1 Definizione dell'anarcosindacalismo.
- Il discorso anarchico applicato all'opzione sindacalista ha fornito elementi teorici di valore innegabile alla lotta del movimento operaio. La formulazione razionale di forme anarchiche d'azione e d'organizzazione (l'azione diretta, l’autonomia, il federalismo, l'assemblearismo, ecc.)è il contributo che l'anarchismo militante ha saputo sviluppare in seno alle correnti operaie rivoluzionarie e su cui è stata costruita una definizione dell'anarcosindacalismo.
- Quella formulazione-definizione dell'anarcosindacalismo, concretizzandosi come fenomeno strutturale organizzativo, ha dato prova in molteplici occasioni della sua possibilità applicativa, in conformità e coerenza con i contenuti anarchici. È, questo, un dato di fatto certo.
- Altrettanto certo, tuttavia, è che la fenomenologia organizzativa anarcosindacalista non sempre ha saputo o potuto applicare quella definizione senza violentare i contenuti anarchici su cui si basa.
- Il che è tanto vero che si può dire che l'ananrcosindacalismo strutturato scatena sempre un fenomeno di "ri-definizione” e palesa la tendenza a restringere le sua proiezione e circolazione all'esclusivo ambito strutturale dell'organizzazione. Questo "vizio" del fenomeno organizzativo anarcosindacalista è proprio d'ogni pretesa di definizione, è logicamente inerente ad ogni struttura organizzativa. Ridefinire i concetti restringendone la prospettiva è indispensabile alla struttura per mantenere il suo protagonismo. È un fenomeno cui non sfuggono neppure le tendenze che in seno all'organizzazione sindacale ne difendono l'autonomia nei confronti del sistema. Ed assai meno sfuggono a questo fenomeno, naturalmente, le tendenze che spingono all'integrazione nel Sistema.
- Una visione ampia, capace di superare questa contraddizione, esige, che si estenda la pratica dell'organizzazione anarcosindacalista al di là delle sue strutture, anziché basarla in funzione esclusiva di quelle strutture.
- Ogni definizione limita la prospettiva, ogni struttura, tende a ridefinirla formulando una definizione compiuta, definitiva per l'appunto, finale. Ed ogni finale è privo di prospettiva. Arrivato a questo punto, mi chiedo se il massimo contributo che possa dare l'anarchismo all'opzione sindacalista non sia quello di formulare una "s-definizione" dell'anarcosindacalismo.
2 Impasse dell'anarcosindacalismo.
- S-definire nel senso di trans-limitare le influenze e le prospettive, e perciò pratica trans-strutturale dell'organizzazione. Il federalismo non e sufficiente ad ampliare la prospettiva, se la pratica dell'organizzazione non trasgredisce le sue stesse strutture.
- Quando, dopo la seconda guerra mondiale, tutte le rivendicazioni sindacali vengono universalmente istituzionalizzate dal Sistema, anche il sindacalismo mondiale viene, a sua volta, automaticamente istituzionalizzato.
- L’unico settore operaio organizzato che resiste a questa integrazione è l'ananrcosindacalismo, che però continua ad utilizzare le stesse rivendicazioni degli anni Trenta, cosicché la sua capacità d'attrazione si restringe a spazi marginali dell’attività lavorativa istituzionalizzata.
3 Prospettiva attuale dell'anarcosindacalismo.
- Incidere sui macro-settori integrati del lavoro, rompendo gli schemi istituzionali.
- Pratica solidale con i settori non "riconosciuti", non istituzionalizzati.
- Incidere sui movimenti sociali, culturali, marginali, senza pretese protagonistiche ed ancor meno al fine di integrarli nella struttura, come s'è preteso di fare nel '77 in Spagna, con la cosiddetta "CNT-globalista".
4 Necessità della struttura anarcosindacalista.
- Nonostante tutte le contraddizioni ed insufficienze indicate, ritengo che si debba rifiutare l'idea di una de-strutturazione dell'anarcosindacalismo. Laddove non è esistito il discorso anarcosindacalista l'anarchismo ha vegetato, dov'esso è stato invece possibile ha contribuito al rafforzamento ed al successo dell'anarchismo.