Il movimento anarchico contemporaneo soffre di una difficoltà di trasmissione culturale: gli anarchici si preoccupano di trasmettere il proprio progetto di trasformazione sociale ma non sono in grado di trasmettere le "ragioni" dell'adesione ad esso. Ciò è dovuto al fatto che il progetto di trasformazione sociale viene offerto come tale all'apprezzamento dei possibili interlocutori, senza il "completamento" di una weltanschaung approfondita e coerente cioè senza un'immagine generale dell'esistenza e dei rapporti umani nella quale le persone possano trovare un'identità armonica con l'idea di una società "di liberi ed uguali". Il compito di inserire il progetto anarchico in una adeguata concezione esistenziale viene lasciato tutto all'iniziativa personale dei singoli individui, che devono trovare "da soli" il modo di liberarsi dal condizionamento antilibertario dell'immaginario dominante. Di conseguenza, all'interno del numero esiguo di coloro cui riesce una simile operazione, risulta presente una molteplicità di interpretazioni diverse, non necessariamente antitetiche fra loro, ma neppure consapevolmente derivate da un principio informatore comune.
Gli anarchici, dunque, non hanno ancora una filosofia esistenziale veramente originale. Questo significa che l'identità individuale viene ancora trovata, in gran parte, all'interno dell'immaginario dominante. Il riferimento, come molti fanno, alla militanza come fonte di identità risolve solo parzialmente il problema, in quanto la militanza (anche quella, particolarissima, degli anarchici) non riesce ad assorbire in sè tutti gli aspetti dell'esistenza e lascia "scoperti" numerosi settori della personalità, sui quali continuano ad agire le influenze dell'immaginario dominante. L'essere militante non è sufficiente ad esprimere totalmente l'essere anarchico.
Tale situazione postula la necessità di uno sforzo collettivo di approfondimento e riflessione per elaborare una filosofia esistenziale anarchica che non sia solo "una delle tante possibili", ma che sappia individuare i principi generali di un "modo di vedere la realtà" (e quindi di vivere) coerente con la scelta libertaria di organizzazione sociale.