Nel momento in cui la forma-stato passa a scala mondiale, si scopre che l'inconscio, in ultima analisi, è lo stato.
Le nostre idee, i nostri sentimenti, le nostre emozioni sono comandate dallo stato. I suoi desideri sono ordini: i nostri non sono che risposte ubbidienti a ciò che esso permette, tollera, impone o proibisce.
Questa azione inconscia dello stato si manifesta essenzialmente attraverso l'applicazione del principio di equivalenza, che porta ogni forza sociale a cercare la sua legittimazione nell'adozione d'una forma simile
a quella delle istituzioni esistenti. Così lo stato, fonte di legittimazione delle istituzioni e nello stesso tempo risultato di tutte le legittimità istituzionali, non solo dirige tutta la vita sociale, ma anche ogni innovazione, ogni movimento e spesso anche l'azione rivoluzionaria, in un quadro di equilibri mutevoli, evolutivi o repressivi,
ma sempre definiti dall'esistenza sacra d'uno stato, come garanzia metafisica del sociale.
Si può analizzare lo stato? Facendolo, dice Lourau, si corre il rischio d'essere al contrario analizzati da esso.
Tuttavia nulla ci vieta di pensare che questa super-istituzione non sia poi cosi invulnerabile come per molto tempo
s'è creduto. In questa sua recente opera, il caposcuola dell'analisi istituzionale, riscopre la prospettiva anarchica.
27/11/2024