Paolo Finzi (28 novembre 1951 – 20 luglio 2020) nasce in una famiglia della borghesia ebraica che ha combattuto in prima persona il regime fascista. Tanto la madre, Matilde Bassani, quanto il padre, Ulisse Finzi, sono entrambi partigiani attivi nelle formazioni socialiste, così come lo è Eugenio Curiel, eroe della Resistenza e cugino di Matilde. Questo background antifascista porta quasi naturalmente Paolo all’impegno sociale che lo porta ad aderire al movimento anarchico e in particolare a entrare nel gruppo in cui già milita Giuseppe Pinelli.
Quando scoppia la bomba di piazza Fontana, nel dicembre 1969, Paolo, allora diciottenne, è il più giovane dei fermati: un “battesimo del fuoco” che lo segna in maniera indelebile, soprattutto dopo la morte niente affatto accidentale di Pinelli. Nel febbraio del 1971, sull’onda della grande mobilitazione sociale di quell’epoca, fonda insieme ai suoi compagni di gruppo un nuovo giornale: “A rivista anarchica”, la prima testata a usare a livello internazionale il simbolo della A cerchiata. Da quel momento la vita di Paolo Finzi appare indissolubilmente legata a quella di “A”, di cui diventa con il tempo il principale responsabile, pur se coadiuvato da una vastissima rete di collaboratori, nazionali e internazionali.
Nei suoi 445 numeri la rivista – che sarà per tutti i cinquant’anni della sua esistenza la testata anarchica più venduta in Italia – si occuperà di un’infinità di argomenti in costante equilibrio tra storia e attualità, tra azione e riflessione, dando voce a migliaia di opinioni non necessariamente concordi o univoche. Anzi, il tratto peculiare della rivista è proprio quello di privilegiare un approccio plurale, l’unico in grado di dar conto del composito universo anarchico che si è andato sviluppando nell’ultimo mezzo secolo. Ed è forse questo il maggior pregio dell’esperienza vissuta da “A” e da Paolo, nel loro inestricabile intreccio: aver dato senso e coerenza all’anarchismo contemporaneo.
Paolo muore suicida nel luglio 2020, e poco sorprendentemente, dato il loro indissolubile legame, anche la rivista cessa le pubblicazioni con il numero dell’estate 2020.
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