Intervista a Mario Orazio Perelli sulla sua partecipazione alla Resistenza Milano
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Mario Orazio Perelli nasce a Ferrara nel 1899 e aderisce ben presto all'anarchismo partecipando attivamente alla campagna antimilitarista che precede e accompagna lo scoppio della prima guerra mondiale. Dopo la guerra, pur se su posizioni individualiste, lavora al quotidiano «Umanità Nova» diretto da Errico Malatesta. Nel 1922 viene arrestato in relazione all'attentato al teatro Diana di Milano e, nonostante si dichiari estraneo ai fatti, viene condannato a vent'anni di carcere. Nel 1940 ottiene una riduzione della pena, ma viene inviato direttamente dal carcere al confino: nell'isola di Ventotene prima, a Ponza poi e infine a Renicci d'Anghiari. Di qui scappa e raggiunge Milano dove fonda con altri le Brigate Bruzzi-Malatesta. Dopo la fine della guerra è uno degli esponenti più attivi della corrente «libertaria» che, scissasi dalla Federazione Anarchica Italiana nei primi mesi del 1946, avrà però vita breve. Dopo lo scioglimento della neonata Federazione Libertaria Italiana, Perelli e molti degli esponenti di spicco di questa federazione confluiscono nel Partito socialista prima e nel Partito socialdemocratico poi. Perelli muore a Milano nel 1981 chiedendo che gli anarchici partecipino con le bandiere rosse-nere al suo funerale.